mercoledì, aprile 30, 2008

allan


Red Nose Studio

"non accetterei di essere membro di un circolo che accettasse fra i suoi soci uno come me"

questa è la battuta chiave della vita di Woody Allen, e anche della mia. L'unica differenza è che lui non lo sa. Questa battuta è di Groucho marx, e questa cosa invece la sappiamo tutti e due, io e Woody intendo.

ecco, come dire, ora io non saprei spiegare bene, ma la cantina della mia casa è piena d'acqua, ci sono bottiglie di conserva che galleggiano beate in mezzo ai topi, e il livello sale ogni giorno, è cominciata così, con una macchia di umidità sotto la pila dei vecchi Playboy nascosti negli scatoloni dei panni per la caritas, poi, si è estesa alle fondamenta, pochi centimetri al giorno, ingiallendo i poster di betty Page appesi alle pareti, fino ad arrivare ai gradini, facendo saltare la corrente. Ogni tanto mi siedo in cima alla scala e butto giù un amo con la mia vecchia canna da pesca e sto li in attesa che qualcosa nell'acqua marrone, abbocchi. La settimana scorsa, con una lenza di mollica di pane ho pescato lo smoking del ballo di fine corso al college. Che notte, Fui eletto principe della serata, anche se Mary Jane Russell, la reginetta, sosteneva che se baci un rospo almeno puoi sperare che diventi altro, con me era impossibile. Presi a gracidare fino alle due del mattino.

martedì scorso, dopo una mareggiata, è venuta a galla la custodia della mia tromba. Costrinsi i miei ad indebitarsi con Sam "Mezzonaso" per averla. Avevo visto suonare mio zio nella banda del quartiere e da quel momento fui un trombettista. Dissi a mio padre che me la sarei ripagata con delle serate, e che sarei diventato un grande jazzista. Ora mio padre è attaccato ad un polmone d'acciaio al S. J. Hospital di Manhattan, e Sam "Mezzonaso" è nel braccio della morte a San Quintino. Suono ancora la tromba, anche di notte, ma ho un condominio poco tollerante, l'amministratore è un ex SS, e allora per non disturbare i vicini, suono con i tappi alle orecchie.

quando l'acqua è così scura non avanzo mai oltre il terzo gradino, se abbocca la coscienza poi, la canna flette troppo. Non c'è niente che pieghi di più una canna da pesca, nemmeno un pesce spada. Per questo pago il dottor Kleensberg 90 dollari a seduta. Ma quando ho detto che ero li per “rimuovere”, non intendevo mica tutto, mi ha preso in parola. Iil dott. Kleensberg è uno junghiano con un complesso di castrazione, ha una collezione di cinture di castità, e nell'anticamera del suo studio puoi leggere solo fumetti. Ieri, mentre aspettavo il mio turno mi sono letto sei numeri di Superego contro Batman, dice che questo sbloccherà la fase anale, e che così la smetterò di trattenere. Il fatto è che sono tormentato dai grandi quesiti dell'esistenza, come ad esempio cosa siamo, o perché siamo qui, quello che più mi angoscia è: perché nessuno mi ha chiesto se fossi d'accordo? E' “ora” e “qui” il problema. Sono quasi sicuro, che nella grande sala d'attesa a domanda risposi “vorrei essere un attore di film porno, o un petroliere, ma fra una quindicina d'anni e possibilmente in un posto senza pena di morte o la guida a sinistra” bisognerebbe sentirsi pronti per venire al mondo, ecco. insomma, è un po come il "prima" e il "durante" nel sesso. Io fondamentalmente preferisco il dopo proprio perché "è" un dopo, il che che mi pare già una bella conferma, e poi perché dopo posso dormire, sempre che qualcuno non mi chieda con insistenza delle coccole. Una volta ho fatto anche terapia di gruppo, dodici psichiatri solo per me. Finirono per spararsi addosso nel tentativo di dimostrare che il mio "io" era un bersaglio troppo facile.

con la bella stagione, come esca uso carne di polpo, e allora abboccano reggiseni o slip della mia ex moglie, e sue vecchie foto. Non era bellissima, ma quando conosci qualcuno al bingo della ventiquattresima e hai giocato solo tre dollari, ti tocca di accontentarti. Anche mia moglie Frida preferiva il dopo, il molto dopo, e soprattutto il molto prima. Diceva sempre che gli uomini non sanno toccare le donne, e che comunque se l'avessi toccata io, avrebbe chiamato la polizia. Una volta lo fece in piena notte, l'agente Bristow mi disse che Frida avrebbe ritirato la denuncia solo se le avessi restituito il punto G. Ovviamente non lo avevo io, ma avevo un senso di colpa congenito, e ogni volta che discutevamo, dopo la obbligavo a compilare un cid. Andammo anche da un sessuologo per un po', e ottenemmo grandi risultati insieme, la prima volta che mia moglie raggiunse l'orgasmo fu un momento bellissimo, era in Olanda, con un altro. Quando ci separammo mi disse che non sopportava più di vivere con un uomo che beve birra e guarda baseball buttato sul divano tutto il giorno, quando le ricordai che ero astemio e che odiavo il baseball, mi disse "mi pareva orribile lasciarti senza una scusa".

ecco insomma, non c'è molto altro, o meglio c'è che devo andare a comprare le esche vive, ed un antireumatico. vi lascio con l'ultimo ricordo pescato, vi lascio con mio padre che poco prima di passare a miglior vita a causa di un fungo delle unghie mi disse "Allan, se esiste un aldilà, farò di tutto per fartelo sapere". Mai saputo più nulla di lui, anche se, una sera poco prima di prendere sonno, una voce metallica da sotto il cuscino mi sussurrò "portati una canna da pesca".

lunedì, aprile 21, 2008

souvenir



il porto di Arraja è a due passi dalla casa color pesco. Uno schizzo di malta e stucco in mezzo alle scatole dei pescatori. La mattina mi lavo i denti con il naso incrostato di sale e con il sapore della nafta delle baleniere. C'è un mondo, poco oltre il molo, che si arruffa per pochi pezzi di ferro ad ammazzare cetacei incrostati di plancton. Passo le mie giornate a guardare, e ti guardo per noia ondeggiare tra i banchi di aragoste vive al mercato del porto. Il tuo culo è enorme e bianco, coda di balena, eppure nuoti con la grazia di chi ha le dita palmate. Cicero Argante, puzza di interiora di pesce ed ha il camice e le galosce gialle, bagna i pesci ancora vivi con un tubo di gomma, tu li guardi respirare la morte e domandi quant'è, lui, ti chiede se vuoi il capitone e poi si alliscia un baffo di stoppa con il cerume delle orecchie e sorride giallo. Te ridi tintinnando le collane di gusci di paguro sul petto, e poi passi al banco della frutta. L' isola è piccola, per girarla tutta con la mia auto ci vogliono 25 minuti, a piedi, mentre sudo grasso di balena, poco meno di due giri d'orologio. E' un mondo finito questo, una scatola di sassi e relitti d'auto alla deriva, con un cielo basso che sembra una curva di vetro. Passo buona parte del giorno a farmi la doccia e ad annusare le camicie piene di sale e acqua. Il sale ti resta addosso, nei polmoni, nelle branchie. Verso sera appoggio l'orecchio su una conchiglia e spero di sentirci dentro il traffico, un colpo di clacson, le voci di un bar, il tuo ultimo messaggio in segreteria. Il battello per il continente parte alle sette, ogni settimana, il mercoledì. E come ogni mercoledì ho fatto la valigia, aspetto con i piedi scalzi nel cemento del molo, aspetto l'attracco, aspetto quello che so già che accadrà. Quel silenzio ovattato e grigio, come sempre improvviso, quel sospiro freddo alla nuca, schiena di gatto. E poi eccola, come ogni mercoledì, il miracolo che si ripete, la mia prigione. La neve.


martedì, aprile 15, 2008

la sinistra è morta
e nemmeno io mi sento troppo bene




non c'è più la sinistra. E la sinistra l'ha ammazzata la sinistra. Ora è latitante, starà cercando di scappare all'estero, magari in Spagna, io per conto mio mi faccio chiamare Chico già da un paio di anni, hai visto mai. Padre Walter ha compiuto il suo capolavoro, è riuscito in una botta sola a distruggere quel che resta della sinistra italiana, e a far vincere il nano pelato, bingo. Ora mi diranno "compagno, non hai capito..." che la sinistra ha votato lega, che non c'entrano ne il voto utile, ne lo spauracchio Silvio agitato per due mesi, perchè lo spauracchio Silvio è un baubau, viene portato a spasso per tutta la campagna elettorale come la Macchina di Santa Rosa, per poi essere riposto nell'armadio come i costumi di carnevale o gli addobbi natalizi. Mi diranno che non hanno avuto nessun peso la scalata Unipol o il mare di merda e diossina sotto cui abbiamo sommerso la Campania, e non solo, che non c'entra il conflitto d'interessi, che le passeggiate sotto braccio con la conferenza episcopale non possono nuocere, tantomeno baciare l'ampolla con il sangue di San Gennaro, così come le conversioni a pioggia sulla via di Damasco, che non siamo gli eredi di Berlinguer ma di Moro, per non parlare delle avventure di "Don Ciccio Soprano's Mastella" e della suo feudo di inquisiti (ieri sera splendido gigione anchor-man, che meraviglioso paese è questo...) o anche lo scempio che è stato fatto delle concertazioni tra le parti sociali e dei sindacati. Ma mi diranno "compagno, non hai capito..." e che correre da soli era necessario, nessuna preclusione al dialogo, sia chiaro, ma un paese non si manda avanti con il dibattito sulla laicità dello stato o le coppie di fatto, non sono argomenti centrali per la politica di un paese, che fuori dalla porta c'è la recessione, la congiuntura internazionale sfavorevole e che servono le finanziarie e l'indulto magari, chissà. Mi diranno anche che non era necessario ricordare al miliardario con i tacchi a spillo la riforma elettorale se non appena caduto il governo Prodi, sapendo consapevolmente, che lo sbarramento all'otto per cento avrebbe condannato a morte qualsiasi partito non incluso nello schieramento, ma va bene così. Mi diranno che erano sacrifici necessari, agnelli da immolare sull'altare del bipolarismo, che le grandi democrazie hanno solo due voci e nessun controcanto, e che il mio, seppur stonaticcio a dir loro, non sarebbe stato poi così indegno di gorgheggiare nelle retrovie, guadagnandosi qualche gallone sul campo, che so, magari con un voto utile. Mi diranno "compagno, non hai capito..." che gli ideali non sono centrali in questo mondo. Ci hanno ridotto ad un apolidismo politico, al silenzio. Anni di militanza, di mal di pancia, di condivisione massacrati in una deriva politica lunga un ventennio e che ha portato persone come me ad arrivare a questa tornata elettorale con il bavaglio in bocca e i legacci ai polsi davanti alla cabina elettorale, fuori dal socialismo europeo, e in un movimento politico che con molto coraggio chiameremo partito, infarcito di molte anime, troppe. Non la mia. Oggi La dolenzia testicolare che sento non è tanto dovuta alla vittoria del santo di Arcore, perchè diciamocelo, non ha vinto Berlusconi, ho perso io. La sinistra è morta, e non perché ha avuto paura del proprio passato, ma piuttosto perché se ne è vergognata, io no. Ci vediamo fra cinque anni, forse.

venerdì, aprile 11, 2008

trallallero


Jan saudek

te, non guardarmi. non nelle tasche, non in quel modo - trallallà - a quelli che verranno a portarti notizie con un pezzo di carta nella bocca non dar retta. non sono un uomo migliore di quello che ricordi, sono solo un eco da schiocco nelle stanze di casa nuova. di te, dirò tutto il male che posso - trallallà - sputerò in aria per avere la pioggia se serve, verrò a pisciare sulla tua tomba con la foto da madamadorè - trallallà - bestemmierò il tuo ricordo, e a chi ti dirà che mi ha visto piegato in avanti racconterò di tutte le gambe aperte dove ho cacciato il naso, di tutte quelle che hanno scontato la pena di non avere i tuoi occhi chiusi, di tutte le volte che mi sono tradito nei pantaloni, sporcato le mani, chiuso il pianto in un palmo di mano - trallallà - vuoterò il sacco al tuo messo - trallallà - di tutti i fratelli che ho scannato come maiali - trallallà - perché il dolore è figlio unico. mentirò, ungerò le ruote, mi dirò cose per compagnia, piangerò a crepapelle, e mi tapperò il naso - trallallà - perché lo stupore, aveva il tuo odore - trallallà .

venerdì, aprile 04, 2008

fragole a dicembre


Peter Witkin

odio le fragole, ci casco tutte le volte, non le dovrei mangiare. Sento che sto per farmela addosso, qui, nella sala d'aspetto. Gabriele Arcangeli fa l'urologo a via Nomentana. Io invece faccio l'attore, anzi, farei l'attore, se potessi. Mi devo accontentare di fingere nella vita, che poi è un guadagno per tutti, grandi interpretazioni, a paga meno che sindacale, mi credono tutti un altro insomma. Anche Alice. Nell'attesa Leggo novella 3000, conto le mattonelle, attacco due caccole sotto la sedia, mi fisso la punta delle scarpe, mi stiro, trattengo la colite saltellando da un piede all'altro, svuoto la memoria dagli sms, di cui l'ultimo recita in grassetto "il fatto che tu mi abbia accompagnato non cambia le cose, ero comunque sola" Il dottor Gabriele Arcangeli, prende le mie generalità false, e le inserisce in un database, poi mi chiede se ho avuto delle malattie, gli rispondo - nessuna che non si possa curare con lo xanax o uno junghiano della asl - Gli spiego che ho disturbi della minzione, e dolenzia pubica, praticamente il ritratto di una prostatite, o se sono fortunato come credo, qualcosa che mi porterà alla morte entro le diciotto. Il Dott. Gabriele Arcangeli allora mette un guanto di plastica e mi tasta sotto la cinta, poi mi fa voltare, e scopro d'un tratto perché ci si manda a fare in culo con l'anulare. Poi, mi fa sdraiare su un lettino, allargare le gambe e mi cosparge la pancia di gel. Nel monitor, dentro il cono di luce appare una piccola macchia bianca "Quella è la sua prostata vede?" - vedo - " E' molto piccola" sposta l'ecografo da una parte all'altra - ed è un bene? - "si, direi di si, in fondo è di nove settimane, dovrebbe già vedere le manine" la frase mi rimbalza tra una tempia e l'altra e balbetto - come ha detto scusi? - "che dovrebbe già vedere le manine, dopo nove settimane gli arti sono già sviluppati, e poi vede, quello è il suo cuore che batte" resto interdetto come uno di quei tizi dell'isola di pasqua, sapete. Odo uno squillo di tromba, e ne deduco che non è prostatite. Ripenso alla mia prima bicicletta, a quel biglietto mai dato ad Alice, a mio padre sul Guzzi Falcone del '56, e alla mia prostata. Ecco - la mia prostata dov'è finita? - Il Dott. Gabriele Arcangeli sorride " è una femmina, e la chiamerai Camilla" - ma sto bene dottore? - "lei, ha un utero bellissimo". Esco in strada, e ho una gran voglia di fragole.