mercoledì, aprile 29, 2009

le avventure di sandrokan



- io della realtà me ne fotto - si disse radendosi quasi alla cieca poco prima che un giovedì qualunque lo fottesse. Mentre si reggeva le budella con le mani, si ricordò di suo padre e di come gli avesse insegnato a costruirsi una fionda con un sesso di legno verde. Si ricordò della testa del passero che gli ciondolava nel palmo della mano, degli occhi come teste di spillo. Senza volo - Io, se casca il mondo mi sposto, e tra me e quel mezzo passo sta la differenza, la differenza con voialtri, perché io so uccidere gli uccelli, sputare tabacco, e mettere le rane vive in un secchio di latta con i calzoni arrotolati alle ginocchia, con cuba appesa alla parete salvata dal tizio con la barba, l'uomo di mompracem che poi è la capitale dell'Argentina - si ricordò di come sapeva disporre soldati di plastica verde (insieme a un pastore zoppo avanzato dal presepe) su colline di terra da riporto, sussurrando con la voce del soldato Giòn: "madeintaiuàn" - io mica lo so, se ci vuole più coraggio a vivere che a punirsi con la solitudine, eppure conosco l'amore nel pugno, stretto intorno, finché non ti si fa il fiato corto e crepa in un fazzoletto - Si ricordò anche del grasso alla catena della bici, del primo basco, del nero sotto le unghie, delle molotov che non scoppiavano mai, perché il succo di pesca non è infiammabile - Io, non so morire in guerra, ma soprattutto non so vivere in pace. A trent'anni sono apparso prematuramente, in trionfo, tra due ali di folla estranea. Con il mio sciopero della fama passerò alla storia altrui, e otterrò 24 rate per un frullatore nuovo. Ma tu, ma tu, tesoro, mentre io faccio la rivoluzione, devi proprio andare a comprarti le scarpe?

19 Comments:

Anonymous e.l.e.n.a. said...

meglio comprarsele che fartele.

7:05 PM  
Anonymous colleradiletta said...

sono scarpette rosse però

9:23 AM  
Blogger hobbs said...

elena: me le faccio da me...

colleradiletta: o pattini d'argento?

10:17 AM  
Anonymous Anonimo said...

da donna, posso dirti che c'è sempre un valido motivo (oppure un buon momento) per comprarsi un piaio di scarpe nuove. rivoluzione o meno in corso

io, fin da piccola fischiavo con le dita e prendevo le rane con le mani (spero di aver fatto queste cose in questo ordine..) ma nessuno mi ha insegnato a costruire una fionda con un sesso di legno verde..

10:41 AM  
Anonymous giovanna said...

l'anonima di cui sopra ero io.. ecco

10:42 AM  
Blogger hobbs said...

giovanna: io compro scarpe da poco, come i vestiti anche. che mi pare un delitto spendere soldi che non ho, per la stoffa. Poi le porto (le scarpe) finchè non sono inservibili, distrutte. I segreti delle fionde si tramandano per generazioni, in gran segreto, tra maschi...

p.s.
ma tu hai un blog?

10:57 AM  
Anonymous giovanna said...

si ho un blog.
ma è un segreto segretissimo, quasi quanto quello della fionda

4:31 PM  
Blogger hobbs said...

e condiveiderlo con me, che sono discreto come un secondino?

4:32 PM  
Anonymous amelia said...

i tuoi scritti sanguinano. e si scheggiano.
anch'io avevo una fionda. me la intagliò mio papà. non dico che la sapessi usare e neanche che abbattessi uccelli. forse però ho capito che occorre imparare ad intagliare.
e tu in-tagli.

amelia

4:26 PM  
Anonymous rita said...

Coi soldatini verdi ci giocavo su un tavolone a casa di un mio cugino che diceva che non potevo essere femmina perché giocavo troppo bene alla guerra. E da allora son pacifista dichiarata mentre prima ero pacifista e basta. E poi il cugino malefico mi convinse che avevano trovato la merda nella Nutella. Sarà per questo che, poche tra i tanti, io la Nutella non la mangio mai e non mi piace, come la guerra, come vivere senza pace, come morire di fame di fama e comprare scarpe per scappare. Compro borse, sempre borse; ne ho centinaia. Due sotto gli occhi; dentro la vita già bevuta.

10:24 PM  
Anonymous Anonimo said...

adoro le scarpe. forse perchè, oltre al fatto estetico, le associo al movimento, all'andare, comunque. anche se la cosa più liberatoria è camminare scalzi, per sentire meglio.

dea

8:57 AM  
Anonymous Anonimo said...

ma se non sbaglio...non eri tu che ti stavi comprando le scarpe l'altro giorno?????
:)))

cmq...quella frase
io mica lo so, se ci vuole più coraggio a vivere che a punirsi con la solitudine, eppure conosco l'amore nel pugno, stretto intorno, finché non ti si fa il fiato corto e crepa in un fazzoletto'...
la metto nella hit parade dei tuoi post migliori.

bacio

ermione

8:19 PM  
Blogger hobbs said...

amelia: tirare fuori le cose, anche dal legno, mi pare un buon modo per cominciare a capire. quasi come modellare l'argilla, dovresti provare...

i miei scritti sono tutti un cerotto, mi sa.

10:09 PM  
Blogger hobbs said...

rita: con questa cosa della merda nella nutella ti hanno cambiato la vita. Io adoro le scatole invece, di ogni forma e colore, ma non so mai che metterci, e quando lo faccio me ne dimentico.

10:11 PM  
Blogger hobbs said...

dea: io cammino scalzo per casa, l'ho sempre fatto. Il parquet è cosa calda, come nessuna strada potrebbe mai essere. Ma la cosa più liberatoria delle scarpe, diciamolo, è toglierle...

ermione: si, ero da bata, e facevo il cretino con una commessa dai capelli rossi. la cosa mi è costata 55 euro, ma ho capito che mi ama, perchè con soli altri tre, mi ha rifilato una boccetta per pulire la pelle scamosciata.

p.s.
grazie...

10:15 PM  
Anonymous amelia said...

l'assoluto mistero dello scrivere è che è insieme ferita e benda emostatica.

amelia

11:45 AM  
Anonymous Silvia said...

Se non fosse che nelle rivoluzioni spesso c'è da correre col fiato corto, un paio di scarpine nuove sarebbero l'ideale:) Da rimirarsele specchiate nell'asfalto bagnato di primo mattino, che quello delle ore successive è troppo calpestato e non riporta il giusto colore.
Da tenerle in mano, per correre più forte, quando è ora, scalzi, che se uno non ha i piedi dolci, corre più forte. O tenerle al collo, come faceva mio nonno, quando passava per un campo irrigato da poco, per non sciuparle, e rimirarle in pace, sotto il noce, per credere che il mondo un giorno sarà migliore.
Forse per questo è uscita a comprarsi le scarpe.

Ma quante scuse adduciamo noi femmine, pur di comprarci un paio di scarpe nuove?:)

1:43 PM  
Blogger hobbs said...

silvia: ogni scusa è buona per quelle. la cosa dei piedi scalzi, mi è piaciuta moltissimo.

2:31 PM  
Anonymous Silvia said...

:)Scritta in fretta e male, ma spero di aver reso l'idea.
Oggi sono uscita a pranzo con un mio amico e abbiamo parlato di futuro.
Avevamo entrambi le scarpe al collo:)
Malgrado tutto.

5:32 PM  

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