lunedì, ottobre 19, 2009

una rondine non fa primavera, un pettirosso si


Robert Parkeharrison

frammento numero uno - aprile
non mi vedi, non ancora. Ho sognato un viale alberato di proposito, ho il fiato corto dietro un fusto di tiglio. Da una finestra esce rumore di piatti, una cena, ma non riesco a sentire i profumi, non ancora. Tu cammini con un vestito leggero e una borsa di tela a tracolla, io muovo le labbra, esce solo silenzio. Ora siamo in una libreria, hai sandali di cuoio e i capelli raccolti dietro la nuca, tra i ricci hai un nido di uccelli dal petto rosso. A volte non sembri tu, a volte devo convincermi di questo e guardarti ancora, e ancora. Poi vedo il neo che ti ho disegnato, e so. Allora ti volti, chiudi il libro che hai in mano e sorridi. Tu mi hai visto. Poi mi sveglio.

"non sono in casa, lasciate un messaggio dopo il segnale acustico: Paul, sono Alice, mi dispiace per l'altra sera. ma dove sei? chiamami."

"non sono in casa, lasciate un messaggio dopo il segnale acustico: Paul, sono il Dottor Krandall. ho in mano il tuo tracciato, non risultano anomalie, non sembri avere nessun disturbo del sonno.noi ci vediamo la prossima settimana, martedì alle cinque"


frammento numero due - maggio
parliamo a lungo, siamo seduti su un grosso tronco sul bordo di un fiume. Sembri tu, a volte solo un po più giovane, altre volte hai guance di bambina. La voce è sempre quella, quella che soffiavi nel bisbigli. Il vento è solo aria tiepida soffiata da destra. Tu hai una matita e un blocco con pochi fogli, schizzi un ritratto a memoria, è un uomo di tre quarti, sembro io, almeno per un po. Lasci le luci al bianco della carta, ti volti a guardarmi, hai dodici anni, poi di nuovo trenta. Mi chiedi come ti ho trovato, ti rispondo, mentre i tuoi capelli diventano più lunghi, che era l'ultimo posto rimasto, dopo aver guardato nell'armadio, dietro la porta, sotto il letto e in tutto il poco che restava della mia vita. Poi mi sveglio.

"non sono in casa, lasciate un messaggio dopo il segnale acustico: Paul, sono la mamma. Sono due settimane che non ti fai sentire, ti sei dimenticato il compleanno di tuo padre, sai quanto ci tenga. Quando vieni ti faccio le polpette. Quando vieni?"

"non sono in casa, lasciate un messaggio dopo il segnale acustico: Paul, sono Alice, non capisco cosa succede, ho bisogno di parlarti. Per favore"

frammento numero tre - giugno
stavolta hai una giacca di velluto verde. Non è un appuntamento, ti trovo dove devo trovarti. Sei già li, o forse, come è più probabile mi trovi tu. Non riesco a sentire i sapori, non ancora, ma tu hai un buonissimo odore, come sempre. Ingoio comunque il bicchiere di latte caldo, e faccio quel giochino da equilibrista con la zuccheriera che ti faceva ridere. Ti muovi come fossi nell'acqua, ti dico "dobbiamo smetterla di vederci così" ridi ancora, e ti sposti una ciocca di corvo dietro l'orecchio, l'uccello con il petto rosso vola via: "c'è un altro modo?" dici. No, non c'è.
Un tavolo più in la le cose cambiano forma, la neve diventa sangue, il tuo cappotto ora è una camicia a fiori, sulle tue mani da telegrafista è apparso un anello, Roma si scioglie. Sembriamo non accorgercene. Poi mi sveglio.

"non sono in casa, lasciate un messaggio dopo il segnale acustico: Paul, sono Mr. Groove, mi dispiace dirtelo Paul, ma ho dovuto sostituirti. Sono sei settimane che ti cerco. Puoi passare a prendere quello che ti spetta. Martha ha la tua busta paga e la liquidazione in segreteria...mi dispiace Paul"

"non sono in casa, lasciate un messaggio dopo il segnale acustico: Paul, sono il Dottor Krandall. Non sei più venuto alle sedute, volevo ricordarti di dimezzare il dosaggio delle gocce. Dobbiamo andare a scalare nei prossimi due mesi. Fatti vivo"

frammento numero quattro - agosto
non riesco a toccarti. Non ancora, dici tu. La tua saliva sa di acqua, come sempre. Ed è per questo che il tuo amore metteva sete. siamo in una stanza verde chiaro, tu hai appena disegnato una finestra su una parete bianca di stucco e gesso. Fuori c'è un pezzo di Sicilia, uno spicchio d'isola, dovrebbe essere sera, lo dicono i grilli e le luci delle case. Tu allarghi le gambe alzando il vestito di lino, sei bianca come non ricordavo, io rovescio gli occhi al soffitto e spingo tutto quello che ho trattenuto nella gola e nei reni. L'amore tra le gambe è una stanza al contrario. Mentre mi tieni stretto nei fianchi mi parli nelle orecchie, e allora ingoio il sale dei sogni. Sono parole che non conosco, ma sono per me, ed è tutto quello che ho. Ora ridi su un fianco, devo indovinare cosa scrivi con le unghie sulla mia schiena. Indovino, e non mi sveglio più.

"non sono in casa, lasciate un messaggio dopo il segnale acustico"