martedì, agosto 31, 2010

laguna blues (hobbs a venezia)



Recensioni senza sottotitoli dalla 67ma Mostra del cinema di Venezia.

“Viaggio a Baddarshii” di Vijaii Baambati
straordinario film birmano in bianco e nero, in 23 ore di quadro fisso si narra la storia di Rhamal, un intoccabile che non riesce a farsi grattare la schiena durante l'epidemia di varicella del 1939 e muore tentando di strusciarsi ad un pachiderma sacro con poco equilibrio. Durissima critica alla pratica dell’infibulazione sui chicchi di riso basmati. Con uno straziante finale in cui un panno di daino sul vetro di un'auto ricorda la sua infanzia, la guerra, shere khan, l'orso Baloo e la lebbra.

"Film Amaranto" di Ingo Kewralsky
Otto lavora in una fabbrica di pallottolieri per mantenersi gli studi in paleontologia e Agraria. Scopre che sua madre, a forza di mangiare palline di plastica ripassate in padella si è ammalata di Tisi, e che lui stesso ha sei mesi di vita a causa di una rara malattia che lo costringe a camminare al contrario. Il protagonista crolla però quando scopre che la compagna lo tradisce con uno scacchista tetraplegico ma superdotato, e soprattutto che non si chiama Klara ma Hugo. Parte verso nord con una skoda senza sportelli e va cercare il senso della vita in una bocciofila abbandonata vicino Chernobyl dove vive un filosofo non vedente ma con sei braccia, che prima lo umilia al gioco delle tre carte, e poi, divenutone amico, gli svela il segreto della felicità raccontandogli quella del “sarchiapone” senza i sottotitoli, e chiedendogli poi nel toccante finale: "dov'è il boccino?"

"Il senso della brina" (Una sconosciuta al Citofono)
Giallo parapsicologico a tinte forti, dove una donna violentata da bambina da un Botanico Pedofilo, rivivendo il trauma durante una visita dall’otorino per un tappo di cerume, si trasforma in una spietata serila killer e si vendica sugli uomini obbligandoli a leggere Erica Yong con degli slip di dodici taglie più stretti. Da antologia la scena della doccia, dove l'assassina soffoca la sua vittima con un vibratore nel naso, dopo avergli molestato i polpacci con un barboncino. spaventoso.


"Le piegatrici di origami" di Hiroshi Yamamoto
E' la storia di Sayaka, giovane aspirante gheisha che trascorre le sue frenetiche giornate preparando il thé e realizzando origami a forma di antilocapra o di ornitorinco per il perfido Hishiku. Ma la sua passione é¨ realizzare ideogrammi con pennelli di pelo di pube sul corpo del suo amato Tetsuya. Si amano in segreto e lui gli insegna come raggiungere un orgasmo utiilizzando un pene al posto del bambù, e la posizione del "virgulto perplesso". Ma vengono presto scoperti dal perfido Hishiku perché lei dipinge sulla faccia del giovane la sua posizione preferita e come eseguirla senza fratturarsi sei vertebre. Tetsuya si suicida per la vergogna con un pugnale, Hishiku si suicida per il disonore ingoiando un bonsai e gettandosi di pancia su un pelapatate, Sayaka impazzisce per il dolore e si sucida guardando tutte le stampe di Utamaro mentre fa seppuku con una mezzaluna per lo scalogno, il cuoco Hiroku si suicida aspirando mezzo chilo di wasabi con le narici perché non si trova più una lama in cucina. La sequenza finale è di struggente bellezza e mostra i tre corpi esanimi tra i mandorli in fiore mentre un origami a forma di cigno diventa un cappello da muratore. Poetico.

"Lussami L'anima" di Ken Bloch
Delizioso musical che narra la storia di una famiglia di minatori. Bob figlio di Sam, vorrebbe fare il ballerino o il pugile, ma il padre lo vorrebbe con se in miniera e possibilmente senza sospensorio. Mentre gli amici lo deridono e il padre lo gonfia come una cornamusa Bob non demorde e pur scendendo in miniera, convince tutti i minatori, padre compreso a lavorare a passo di tip tap. Nella scena clou Bob e Sam si riconciliano dopo aver trovato una pepita grande come una palla da basket intonando "It's Raining Men! Hallelujah!" ma la miniera crolla e muoiono tutti come topi. Mirabile affresco di un epoca e sullo sfondo le lotte per l'indipendenza irlandese e un tizio con la barba rossa. Epico.