venerdì, marzo 14, 2014

[foto 49/binario tre]













Ecco, ho appena perso il rapido delle otto. Ma Ho perso un fottio di treni sai, ma tanti. Arrivavo sempre in tempo per vederne sparire uno dietro una curva cieca, e stavo li, con la valigia in una mano e il pugno stretto nell'altra. C'era vapore mi pare, o forse non era ancora tempo. Poi ricordo quel rumore di ferro che fanno gli scambi quando spostano il destino ai giorni e alle stazioni d'arrivo. Dai bar arrivavano sempre voci mischiate al caffè e ai soldi persi per gioco, o per dolore. Ah, e poi c'erano i gettoni, monete buone solo per parlare o per fingere di avere qualcosa nel portafogli. Non ne ho mai usato uno sai, dopo. Quando perdi un treno il numero che avevi in tasca segnato con la biro si stinge ogni volta, e sempre le ultime tre cifre. Quelli che perdono i treni si riconoscono subito, gente che sa orari a memoria e conosce tutte le stazioni, gente che sa di acqua di colonia, e di case fresche. Come tutte quelle dove non ho avuto il coraggio di vivere. Ecco, ho appena perso il diretto delle nove e venticinque.

venerdì, marzo 07, 2014

[foto 46/ ad anello]
















...e poi ti ricordi di quelle immagini dove c'è lei in primo piano per le strade di una città che non è la tua, ma una molto più bella, e lei c'ha degli occhiali a specchio molto a specchio, talmente a specchio che nel riflesso si fede il fotografo che scatta la foto, e non sei tu, e proprio tu per un attimo ti dici "che ficata!" e poi un secondo dopo ti rispondi "si, ma chi cazzo è quello?" E capisci che è così, che anche te sei un bel riflesso e che un riflesso così lo hai già visto, e poi ti ricordi di quelle immagini dove c'è lei in primo piano per le strade di una città che non è...