venerdì, giugno 20, 2014

[a.]

 



Lo sapevo che non eri tu, ma ho voluto guardarla fino all'ultimo per esserne sicuro, per togliermi la speranza prima del dubbio. M'aspettavo dicessi "t'ho fregato", ed è così che è andata infatti, m'hai fregato, ma tu non lo sai. Se penso a tutti gli scherzi che t'ho fatto, e uno più stronzo dell'altro poi. Una volta t'ho detto che partivo e non tornavo più, fino all'aeroporto t'ho portata,poi non ho retto, tu no, tu hai ceduto prima, molto prima, che poi era quello che volevo. Allora adesso penso che il tempo è talmente poco, bambina, che perderne altro a dirselo sarebbe l'ultima bestemmia, e se potessi vederti davvero per un attimo soltanto, a un angolo di strada o in un caffè, ti chiederei se è vero o no che te ne sei andata, che non torni più, e ti direi che il mio silenzio è una colpa che ha in se la sua pena, e che certi sbagli non si finisce mai di pagarli. È per questo che continuerò a vederti in giro, al semaforo o in una libreria, perché mi racconto come i matti che stavolta lo scherzo è il tuo, e aspetto, aspetto che salti fuori dallo sguardo di un'altra magari, o da una voce per strada a dirmi "t'ho fregato". Hai vinto tu, t'aspetto.